Novembre,
da sei anni a questa parte quando arrivi, ti scrivo e ti dedico le mie sensazioni, le mie emozioni in continuo mutare, in perenne divenire che cambiano seguendo il corso della mia vita.
Sei diventato un mese da odiare quando sei anni fa mi hai portato via una persona che riempiva il mio mondo di meraviglia, che mi aveva dato tanto e alla quale devo tutto.
Nei ricordi della mia infanzia lui ha un ruolo fondamentale, durante gli anni universitari le sue telefonate accorciavano le distanze, il suo aspettarmi per le feste e d’estate era una certezza, il suo incoraggiamento era la forza che non avevo e che trovavo nelle sue parole.
Lui credeva in me più di chiunque altro, mi capiva quando sentivo di avere tutto e tutti contro, mi stimava e mi amava come la figlia che non aveva avuto, mi spingeva ad andare oltre ai limiti che io stessa mi imponevo, oltre la paura di non farcela e di non essere abbastanza.
Non era solo uno zio, era un papà, un amico, un confidente, un maestro di vita, la mia ancora, il mio rifugio, il mio tutto.
Imparare a camminare nel mondo senza di lui è stato come iniziare a muovere i primi passi, mi sono sentita disorientata, sola ed incapace di andare avanti milioni di volte.
Quattro anni fa, proprio nello stesso giorno in cui lui era andato via, è entrato nella mia vita Francesco, un dolce scherzo del destino, una coincidenza che ha riportato il sorriso sul mio cuore spezzato.
Un anno fa, sempre quel giorno, ci siamo trasferiti nella nostra attuale casa, quella che ci ha accolto come famiglia, il nido che vedrà crescere Alessandro e poi chissà…
Un anno fa, Novembre, sei stato il mese della vita, della rinascita, dell’amore incondizionato, della felicità, della purezza, della gioia più grande che possa esistere: la nascita di Tellino.
Un’altra coincidenza, un altro dolce scherzo del destino che ha voluto portar via il mio odio verso di te, che ha voluto che io pensassi al tuo arrivo senza tristezza, perché lui non sopportava di vedermi triste…