Quello che le mamme non dicono.

Succede che durante la gravidanza, tutti ma proprio tutti (zii, mamma, papà, sorelle, fratelli, cugini, zii dei cugini di terzo grado e la signora sconosciuta che è in fila dopo di te dal parrucchiere) si sentano in diritto di dirti quanto la tua vita cambierà quando nascerà il tuo bambino (di questo ho già parlato qui), facendo pressione (e terrorismo) psicologica non desiderata ed inutile… anche perché poi, mica è vero che tutti i bambini sono uguali!

Nessuno, però, dei facenti parte del nutrito gruppo dei terroristi (non Kamikaze, visto che non pensano mai di far esplodere le loro stupidaggini nella loro testa, ma ci tengono ad esternarle come se non ci fosse un domani) si sofferma mai sulla mamma, su quali potrebbero essere le sue sensazioni dopo la nascita del bimbo, al di là del sonno perso o ritrovato, dei kili che sono o meno andati via con il parto e delle difficoltà puramente formali dei primi bagnetti.

Eh sì, perché una mamma imparerà presto a cambiare il pannolino anche con un occhio chiuso e mentre sonnecchia, se non allatta capirà in breve tempo qual è la giusta temperatura del latte, se l’allattamento al seno farà fatica a partite, lei stringerà i denti e tra il dolore e la tenacia, avrà la meglio quest’ultima, inizierà a cambiare il body al suo bambino in pochi secondi perché le passerà la paura della testolina traballante, la medicazione al moncone ombelicale la terrorizzerà solo la prima volta ed il momento del bagnetto diventerà il più atteso e rilassante sia per lei che per il bimbo.

Ma non per tutte, queste saranno conquiste semplici e naturali, non per tutte l’istinto materno scatta al primo vagito del proprio bambino, o meglio, l’istinto materno c’è ma è sopito, fatica ad uscire perché è sepolto sotto la paura, il senso di inadeguatezza, il non sentirsi all’altezza, la vergogna, il sentirsi madri snaturate, la solitudine di questo dolore.

Non è facile parlarne con gli altri perché si ha paura di essere giudicate, e allora ci si mette in discussione, a tu per tu con noi stesse, ma è un cane che si morde la coda, un circolo vizioso che non aiuta e che non porta da nessuna parte perché si sa che quando decidiamo di essere noi i nostri giudici, i giudizi non lasciano scampo, le sentenze sono di colpevolezza e di aspre condanne.

Alessandro, compirà un anno questo mese ed io se ripenso ai primi giorni di maternità, sorrido amaramente: mi sono sentita così inutile, inetta ed incapace da non rendermi conto che le mie sensazioni annebbiavano la realtà dei fatti e cioè che ogni giorno mi prendevo cura di mio figlio, con tantissima inesperienza, ma con un amore sconfinato, con devozione, attenzione, con il desiderio forte di essere per lui il meglio, di migliorarmi ed imparare dai miei errori.

Se ripenso a quei giorni, mi dico che sono stata, come sempre, troppo severa con me stessa, se potessi tornare indietro sorriderei di più e mi sentirei migliore di come mi sono sentita.
Oggi i sorrisi che Alessandro mi dedica, il suo cercarmi continuamente ed il suo “Mam-ma”, riscaldano il mio cuore e, nei momenti di difficoltà e di sconforto, sono la risposta più dolce ai miei dubbi.

A te, mamma, che stai leggendo e che ti senti o ti sei sentita come me, voglio dire che ti capisco, che ti abbraccio e che tutto questo passerà e lascerà spazio alla felicità che la maternità porta con sé.
Ti dico di non sentirti sbagliata perché la maternità porta anche tanti dubbi, paure, incertezze, insicurezze, frustrazioni, preoccupazioni e tutto questo non è sbagliato, non è ingiusto, è solamente fisiologico
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2 Comments

  1. Reply
    Emanuela

    Ritrovarmi appieno nelle tue parole, quante volte mi sono sentita sola e sbagliata…. quante volte ho pianto e ho subito asciugato gli occhi per nn farmi vedere da nessuno…. non è stato facile ma come ale oggi i sorrisi di giuseppe mi riempiono il cuore e la vita♥️ ciao roby😘😘

    1. Reply
      Roberta Post author

      Ciao Emanuela, le tue parole le capisco profondamente, la verità è solo una: non sei sbagliata!
      Non siamo sbagliate, siamo mamme alle prime armi, in una società che va veloce e che non ha tempo per fermarsi a pensare, guardare, capire!
      La maternità porta tantissime cose stupende, ma la solitudine è uno scotto alto da pagare.
      Ti auguro che queste sensazioni siano già passate, perché si tratta comunque di fasi!
      Se hai voglia di parlare, io ci sono! <3

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