Da secoli, da generazione in generazione, da nord a sud, da est ad ovest (di qualsiasi parte del mondo), si tramanda un luogo comune secondo il quale tra suocere e nuore non corre buon sangue.
La disputa tra le due donne della vita di un uomo, la mamma e la moglie, è da sempre aspra, combattuta a suon di “Come lo coccolo io il mio bel figliolo, tu cara – non tanto- nuora, non lo saprei fare mai nella vita”; “Eh “cara” suocera TUO figlio, MIO marito non cerca in me una madre (che già ha, gli basta e gli avanza), ma una Donna unica: è quella sono proprio IO e non Tu!”.
L’uomo, in tutto questo, sta in mezzo a due fuochi, che cerca di spegnere prendendo le parti della moglie, anche se poi, non si sa come HA SEMPRE RAGIONE LA MAMMA!
Personalmente, vado molto d’accordo con mia suocera e non potrebbe essere altrimenti: non è invadente, non è morbosamente legata ai figli e non considera le nuore delle megere che le hanno strappato via i suoi “bambini”.
Parlando, però, con amiche e conoscenti mi rendo sempre più conto di essere stata fortunata, perché la suocera ingombrante non è un luogo comune inventato da nuore troppo permalose, ma è, molto spesso, una triste realtà.
Suocere che piombano a casa dei figli, e delle povere nuore stalkerizzate, a tutte le ore, magari aprendo la porta con il doppione d’emergenza delle chiavi, quando l’emergenza è andare a controllare che quell’inetta della moglie del loro cucciolo abbia fatto bene il bucato; suocere che “consigliano” con fare autoritario come posizionare i divani, il tavolo, i cuscini ed il posacenere; suocere che sanno tutto su come educare i nipoti che, invece, cresciuti dalle loro mamme, verranno su, SICURAMENTE, male; suocere che solo loro sanno fare le lasagne, stirare le camicie, tenere pulita casa, sfornare dolci, rifare i letti, far brillare i termosifoni, le fughe dei pavimenti, cantare, ballare e trallalero trallalà.
E le nuore? Le nuore sono lì che cercano di sopportare l’invadenza, la costante presenza, i “consigli” non richiesti, le visite non desiderate, la supervisione di quest’occhio a cui non sfugge niente e che tutto amplifica: il grande fratello? No, la “grande” suocera.
Tra un litigio con il marito mammone che non riesce a tagliare quel cordone ombelicale che lo lega inesorabilmente alla sua mamma e una rassicurazione sul fatto che no, non è un mammone, ma solo lui sa come prendere sua madre; la moglie arranca, va avanti e si chiede come farla fuori la suocera… non in senso fisico (anche se vorrebbe), ma materialmente cercando un modo per renderla inoffensiva.
Eppure, è possibile andare d’accordo con la suocera, bastano un po’: di intelligenza, di capacità di capirsi, di tacere al momento giusto, di ascoltare, di comprendere i bisogni del proprio partner e, perché no, della donna che lo ha generato, che se non fosse stato per lei, il nostro compagno, l’altra metà della mela non esisterebbe, non sarebbe così com’è… come ci è piaciuto, come lo abbiamo scelto.
Dando i giusti meriti a quella donna che riteniamo tanto diversa da noi e che, probabilmente, lo è, faremo un gesto di solidarietà importante e che troppo spesso nel mondo femminile manca, come se regalassimo un mazzo di fiori senza che ci sia una ricorrenza da festeggiare, ma solo per il gusto di scaldare il cuore del destinatario di quella sorpresa.
Perché noi donne siamo fin troppo brave a criticare le altre qualunque sia il nostro ruolo: suocera, nuora, amica, conoscente, cugina, sorella, zia, perfino sconosciuta!
E non va bene, non va bene perché se ci ascoltassimo un po’ di più cercando di capirci, potremmo fare cose meravigliose.
E perché oggi siamo nuore, ma domani potremmo essere suocere e sta a noi decidere che tipo di nuora e di suocera essere!
P.s.: va da sè che, nonostante non abbia motivi di disaccordo con mia suocera, appartenendo, al momento, al team delle nuore, patteggio per queste ultime, la cosa mi fa sentire giovane e, soprattutto, lontano dall’avere io una nuora.
Non perché lo cosa mi turbi già da adesso perché un giorno, non tanto lontano, cesserò di essere l’unica donna della vita di mio figlio, bensì perché quando arriverà quel giorno, non potrò più sentirmi più o meno giovane!