Quando ho perso mio padre, una persona a me molto cara e che sapeva perfettamente cosa stessi provando, avendo anche lei vissuto la stessa esperienza, mi ha detto:”Oggi sei cresciuta!”.
In quel momento, mentre ero totalmente persa nel dolore, non ho capito cosa volesse dire e non l’ho capito neanche nei giorni successivi, ho iniziato a metabolizzare e a comprendere il vero significato di quella frase la settimana scorsa.
Crescere? Credevo di essere già cresciuta: ho un figlio, un compagno, una casa, una routine quotidiana da portare avanti, i miei progetti, il mio lavoro… eppure fino a due mesi e mezzo fa, ero ancora piccola, ero ancora figlia.
Perché quando ero triste potevo condividere quel mio stato d’animo non solo con Quasi Marito e con mia madre, ma anche con mio padre che era colui che, veramente, sapeva farmi ridere.
Perché se mi capitava qualcosa di bello potevo condividerlo con Francesco, con mia madre e con mio padre, consapevole che per loro la mia felicità era qualcosa di prezioso.
Perché se Alessandro faceva qualcosa di nuovo, correvo a notiziare mio padre per sentirlo orgoglioso del suo adorato nipote.
Perché se mi arrabbiavo per qualcosa, mio padre con il suo modo di fare riusciva a scacciare i brutti pensieri e a farmi dire “ma sì, chi se ne frega!”
Ero ancora piccola e non lo sapevo, ero ancora piccola anche se già grande.
Il week-end appena trascorso è stato bellissimo, ricco di prime volte, di novità, di coccole, di condivisione e dialogo.
Io, Quasi Marito e Tellino siamo stati a Taormina, dedicandoci soprattutto ad Alessandro, rispettando i suoi tempi ed i suoi desideri, ci siamo stancati più noi che lui, abbiamo visto nostro figlio allegro e felice, grande, mentre correva ovunque.
Siamo stati in luoghi che mi sono cari, che mi ricordano la mia infanzia, quando i miei genitori seppur separati, decidevano di passare i fine settimana insieme e portarmi in giro a collezionare esperienze, a cantare a squarciagola, in macchina, le canzoni di Battisti e Venditti, a scattare migliaia di foto mentre giocavo a fare la vamp.
Sono stati giorni che hanno smosso dentro di me sensazioni ed emozioni sconosciute, un mix di gratitudine, malinconia e felicità al tempo stesso.
Avrei voluto chiamare mio padre mille volte al minuto per raccontargli di Alessandro, di come sia adorabilmente monello, di come stia percorrendo tappe che in precedenza avevano visto me protagonista, sotto gli occhi attenti dei miei genitori.
Ieri, mentre guardavo Alessandro e Francesco correre al Teatro Antico, ho capito che “Sono cresciuta“, un senso di dolce nostalgia mi ha preso il cuore, mi sono commossa in silenzio, sorridevo mentre le lacrime scendevano, mi sono ritrovata a pensare a quante volte mio padre guardando me, avrà desiderato di poter condividere quel momento con i suoi genitori, a quante volte si sarà sentito come mi sento io da quando non c’è più: costretta a diventar grande, desiderando di poter essere piccola per qualcuno!
Da piccoli passiamo il tempo ad immaginare come saremo da grandi, abbiamo fretta di crescere per chissà quale motivo, ma è quando la vita ci impone di crescere che capiamo quanto questa storia di diventare adulti sia sopravvalutata!
Leggere ciò che scrivi mi emoziona in un modo indescrivibile. Perché tutto quello che scrivi è verità assoluta.
Un abbraccio grande.
Grazie, grazie davvero di cuore! <3