Qualche tempo fa, avevo scritto ( e pubblicato) un post nel quale parlavo del rapporto tra tecnologia e bambini.
Si dice che i bambini di oggi facciano parte della cosiddetta “generazione touch” ed il mio pensiero è così riassumibile: smartphone, tablet e pc fanno parte della nostra quotidianità e, di riflesso, anche di quella dei nostri figli.
E se è vero che ci sono moltissimi rischi legati all’utilizzo di questi dispositivi, è anche vero che bandirli totalmente può essere complicato.
Non credo che demonizzare il web sia la strada giusta, senza esagerare, con i giusti filtri e i doverosi controlli, a mio avviso, può considerarsi una risorsa.
I pediatri affermano che nei primi anni di vita, i bambini non dovrebbero neanche sapere come sia fatto uno smartphone.
In linea di massima, è giusto… ma quanto è possibile?
Ci sono dei momenti, nella quotidianità di un genitore, a dir poco difficili, ci sono giorni che trascorrono veloci e sereni ed altri lenti e noiosi.
A volte il tempo passa senza neanche accorgersene, altre volte, invece, sembra che tuo figlio non voglia collaborare e sia di pessimo umore e tu stai lì a cercare un’attività che possa distrarlo e divertirlo, proponendogli i suoi giochi preferiti, quelli che non usa da tempo, i colori, il teatrino, i libri, la musica, il carillon, la pista delle macchinine, le bambole, l’aeroplano sulle tue gambe, le capriole, la farina, la sabbia cinetica, il pongo commerciale e quello fatto in casa, la scatola dei tesori, quella dei bottoni ed anche quella delle cannucce, giochi in legno, giochi parlanti, giochi silenziosi, colorati, in bianco e nero, di plastica, di pezza, di feltro, pannello delle attività e Maria Montessori.
Niente. L’unico risultato è che casa tua sembra un negozio di giocattoli al momento dell’inventario.
Tu, disperata e trafelata, dopo aver esaurito le tue doti da animatrice, prendi lo smartphone, vai su YouTube e cerchi “Nella Vecchia Fattoria IA IA OHHH”, partono le prime note e vedi un sorriso illuminare il volto di tuo figlio… quel sorriso che hai cercato tanto tenacemente quanto vanamente.
E poi, c’è dell’altro: come si fa a bandire totalmente dalla vita dei più piccoli lo smartphone o il tablet, se noi adulti ne facciamo, continuamente, uso? I bambini, si sa, ci guardano, ci osservano, ci studiano, ci copiano.
Il punto, secondo me, non è vietare l’utilizzo della tecnologia, ma mettere dei limiti… e non ai bambini, ma a noi stessi.
Spesso, infatti, siamo presi dalla smania di iperconnessione, facciamo un giro su internet per distrarci o per lavoro, per staccare la spina o per noia, per curiosità o per automatismo!
Forse, allora, ciò che va corretto non è l’approccio delle nuove generazioni alla tecnologia, ma quello nostro, dopotutto mamma e papà sono il primo e principale esempio che i figli hanno!
E voi, che ne pensate?