Ciao Agosto,
nel tuo ultimo giorno di quest’anno ho deciso di dedicarti un post e di salutarti.
Mi sei sembrato infinitamente lungo, decisamente troppo caldo ma, dolcemente caro.
Sì, mi sei caro per diversi motivi.
Agosto, mi sei caro sebbene, chi mi conosce lo sa, io da qualche tempo a questa parte non abbia un buon rapporto con gli ultimi ed i primi giorni di ogni mese, eppure a te sono affezionata e grata.
Agosto, quest’anno, forse più del solito, sono stata nostalgica e ti ho paragonato al “te” di tanti anni fa: ti ho trovato diverso, cambiato, meno rilassante, più caotico, meno profumato.
Quando ero piccola, da giugno a settembre, mi trasferivo nella casa al mare dei nonni, insieme ai miei cugini, ad agosto ci raggiungevano anche gli altri “grandi”: gli zii e mia mamma.
In quegli anni, ad agosto, tutto si fermava, andava in pausa, ci si godeva le lunghe ferie e ci si organizzava per ferragosto: le pizze, il bagno a mezzanotte, il falò, le chitarre, il mare tutto il giorno, l’anguria…
Si facevano spese enormi perché si era sempre in tanti e perché bisognava fare le scorte visto che ad agosto, anche i supermercati chiudevano per qualche giorno.
Non si tornava in città e se si era costretti a farlo, ci si trovava davanti uno scenario da film: Il deserto!
Le case avevano i balconi chiusi, i bambini non giocavano per strada, i parcheggi erano liberi, le panchine della piazza erano vuote e i negozi avevano le saracinesche abbassate ed il cartello: “Siamo in ferie.”
Sei cambiato Agosto ed io, quest’anno, per ritrovarti un po’ ho comprato le macine e ho fatto colazione come tanto tempo fa…sarà che hanno tolto l’olio di palma, o forse, che non c’era mio cugino a rubarmi i biscotti, ma neanche così sono riuscita a “sentirti” uguale a prima.
Sei diverso, Agosto ed io, invece, sono sempre la solita nostalgica malinconica, ma dicono che per questo mese esiste qualcosa che mi rende meno “sensibile”, dicono che la nostalgia d’agosto sia quasi una sindrome scientifica che si chiama “august blues”.
E allora, Agosto, seppur meno familiare, meno profumato, meno armonioso, come faccio io a non amarti?
Ciao Agosto, al prossimo anno, ai cambiamenti, al tuo essere diverso ma meravigliosamente caro, grazie ai ricordi che, negli anni, mi hai fatto costruire.