Ieri ti ho messo la maglietta della scuola e ti ho detto:”Dai, Ale, mettiti in posa per la foto di classe!”
“La foto di classe, Mamma? Ma se siamo a casa!” mi hai risposto, candidamente.
La campanella è, virtualmente, suonata per l’ultima volta.
La scuola è ufficialmente finita, anche se praticamente è finita quel 4 marzo che sembra così lontano, ma in realtà non lo è.
Il tuo primo anno di scuola dell’infanzia si chiude qui, lasciando amarezza e dispiacere.
Non doveva andare così.
Non è stato facile l’inserimento, i tuoi pianti sono stati anche i miei, le tue difficoltà sono state le mie, i tuoi sorrisi sono stati la ragione della mia felicità, il tuo affezionarti alla maestra ha portato anche me ad affezionarmi.
La campanella è, virtualmente, suonata per l’ultima volta e a me sembra di vedervi , te ed i tuoi compagnetti, mentre cercate di sbirciare fuori per vedere l’ingresso dei genitori.
Mi sembra di vederti seduto sulla tua seggiolina, arrabbiato perché siamo venuti a prenderti per primi o per ultimi.
Mi sembra di vederti mentre fai ricreazione e scarti il tuo panino, un po’ incerto, ma da solo, senza chiedere aiuto, fiero, grande ma, per me, sempre piccolo.
E sembra di vedere anche me che piango dietro la tua scuola, singhiozzando e con delle lacrime enormi per averti lasciato tra le braccia della maestra dando a lei il compito di confortarti.
Sembra di vedere me che vengo a prenderti prima per portarti dal pediatra e ti trovo che scarti quel panino, la tenerezza si fa strada nel mio cuore, mista ai sensi di colpa perché, mi dico che forse i cambiamenti che stai affrontando in questi mesi sono tanti… troppi!
Ieri ti ho messo la maglietta della scuola e ti ho detto:”Dai, Ale, mettiti in posa per la foto di classe!”
“La foto di classe, Mamma? Ma se siamo a casa!” mi hai risposto, candidamente.
Ed io mi chiedo cosa avrai capito, perché fino ad ora non c’erano mai state foto di classe e la tua prima volta è stata una foto di classe senza classe.
Non doveva andare così ed anche se so benissimo che non posso farci niente, mi sento in colpa…
Mi sento come se ti avessi privato di un pezzo di vita, di socialità, di libertà!
Perché se è vero che di questa quarantena, tutti ne abbiamo risentito, voi bambini siete quelli che ne hanno pagato di più le conseguenze e questa consapevolezza mi fa stare male.
Scusa bambino mio, scusa per un mondo che troppo spesso dimentica di essere accogliente quanto dovrebbe…