Spesso sui social mi è capitato di assistere a discussioni sul proporre attività a casa o meno. “Per me deve giocare da solo, la pittura la farà a scuola!”. “Io gli propongo sempre qualcosa, altrimenti come passa il tempo tutto il giorno!”. Queste sono alcune frasi d’esempio, che sembrano rappresentare due fazioni diverse di genitori.
Partendo dal presupposto che ognuno ha il proprio stile genitoriale ed è giusto che rispetti il proprio pensiero d’azione, bisogna però ricordare che al centro c’è il nostro bambino. Ed i suoi interessi.
Quindi per un momento mettiamo da parte quello che pensiamo noi adulti ed osserviamo i nostri bambini. Non solo, ascoltiamoli e quindi mettiamoci a disposizione. Può darsi che ci siano giorni in cui hanno voglia di giocare liberamente, soli o insieme a voi. Altri giorni vi chiederanno matite, cere o acquerelli oppure si soffermeranno in bagno a sperimentare con l’acqua. A volte le richieste saranno esplicite ed altre dovremo essere noi genitori a captare i segnali giusti. Non tutti i giorni sono uguali ed è giusto farsi guidare dai diretti interessati.
Quello che intendo dire è che sono i bambini stessi a dirci, ognuno a suo modo, cosa hanno voglia di fare e quale momento sia quello giusto.
Adesso passiamo alla pratica e partiamo dal chiarire cosa significa il termine “attività”. Con questa parola si intende una situazione in cui il contesto e gli strumenti sono pensati ed organizzati dall’adulto per uno o più bambini. Possiamo quindi organizzare e preparare in anticipo un’attività, così che anche noi adulti possiamo goderci con serenità questo momento senza affrettarsi ad allestire. Cosa proponiamo? Facciamoci ispirare dagli interessi dei nostri bambini: pittura con le macchinine, travasi con ciotole e mestoli, fare il bagno a bambole e giochi,… Poi a volte possiamo provare a fare nuovi tentativi per osservare come reagiscono i bambini davanti alla novità!
Infine ci sono occasioni in cui osservando i bambini, capiamo che quello è il momento giusto per proporgli una determinata attività. In casa nostra questo capita quando Cosimo si sofferma a giocare in bagno la mattina: capisco che ha voglia di sperimentare con l’acqua e allora gli propongo di spostarci in cucina al lavandino oppure gli preparo una tinozza in terrazza. Altre volte, quando giochiamo con le ruspe alla fine ci ritroviamo ad allestire tutto il necessario per ricreare un cantiere con farina gialla da spostare e travasare.
Io credo che non ci sia bisogno di porci limiti rispetto al gioco, proprio come fanno sempre i bambini. Organizzarsi o no, preferire una cosa piuttosto di un’altra: non è questo che conta. L’importante è sostenere la curiosità e il divertimento, imparando ad affidarsi a chi è più esperto di noi!