Non ero pronta… Non sono pronta alla Pre-adolescenza del mio bambino seienne.
Da qualche parte ho letto che la pre-adolescenza e l’adolescenza arrivano prima rispetto a qualche anno fa.
Ok, “un po’ prima”, ma non così “prima”.
Questi i miei pensieri in loop da quando è finita la scuola.
E no, non è una lamentela la mia, ma molto semplicemente (ed onestamente) è il racconto di una difficoltà che sto vivendo e alla quale non ero affatto preparata.
Da quando sono diventata mamma, ho sempre vissuto la genitorialità come un viaggio meraviglioso, ricco di stupore e di cose da imparare.
I miei figli mi hanno arricchita, mi hanno insegnato la pazienza, a superare i miei limiti, a non dormire per ore, giorni, settimane, mesi, restando inspiegabilmente in piedi e anche abbastanza lucida.
Da loro ho imparato a mettermi costantemente in discussione come donna, come genitore, come compagna, come amica; a fare passi indietro o in avanti al momento giusto; a rispettare i loro tempi anche quando sembrano incompatibili con i miei, con quelli della società che va veloce; a fermarmi, addirittura, laddove necessario, fregandomene del perpetuo movimento di qualsiasi cosa-persona-circostanza-situazione che ci circonda.
Ma l’adolescenza mi spaventa, mi ha sempre spaventata, perché pur non essendo stata un’adolescente difficile (a detta di mia madre), non sono stata una ragazzina “leggera”.
Io la pesantezza del mio essere la ricordo tutta, è stata un fardello da gestire e, sono sincera, avrei voluto viverla diversamente quella fase della mia vita.
Adesso vedo mio figlio crescere, un concentrato di sensibilità e dolcezza, un bambino che si interroga e che sta sviluppando un pensiero critico ben definito e in lui rivedo tanti aspetti che mi sono familiari, ma lui è certamente migliore di me, è l’evoluzione della specie.
Mi rendo conto, però, che la sua educazione, il mio approccio nei suoi confronti sta già cambiando, inevitabilmente, non basta più “dare un bacino sulla bua” per farla passare, eh no, quella bua va attenzionata, osservata, bisogna parlarne, prendersene cura, disinfettarla, medicarla, aspettando con calma che si rimargini.
Ha sei anni, anzi sei e mezzo (che lui ci tiene particolarmente a questo mezzo anno in più) e alterna momenti da ragazzino schivo e distante nei quali urla “Nienteeeeeh, non ho nienteeeeeh. Lo vuoi capireee” ed io entro in allarme perché visualizzo la nostra quotidianità tra pochissimi anni; a momenti nei quali è il cucciolo di sempre, in cerca di coccole e grattini, e indovinate un po’… io entro comunque in allarme perché so che questa fase di dolcezza è agli sgoccioli.
Che poi mi chiedo come siano passati questi anni?? Fino a ieri navigavo tra siti montessoriani alla ricerca di attività educative per intrattenere un poppante e oggi parlo di pre-adolescenza.
Torno sempre alla stessa conclusione: Non sono Pronta!